sceneggiatura teatro
sceneggiatura teatro
“Oggi, sulla nave Jolly Roger, ormai diventato un vascello fantasma infestato da fantasmi, si festeggia il compleanno di Capitan Uncino. Attorniato dal resto di quello che era il suo piccolo esercito di pirati, l’anziano Capitano non è però lo stesso personaggio di un tempo. Fuggito anni prima dall’isola che non c’è, ora è triste e malinconico. Sono finiti i tempi dove su questa nave si alternavano pirati più o meno belli, più o meno rudi, alcuni con i capelli grassi, altri con i denti storti. Uncino ha problemi di cataratta, parla con i fantasmi, soffre d’incontinenza, usa la malva per farsi le sigarette e mette in infusione il tabacco per farsi un thé…”
Tutti voi conoscete la vicenda di Peter Pan e di Capitan Uncino… bene
questo è il
È una sceneggiatura teatrale nella quale affronto il problema della vecchiaia con tutte le
conseguenze, ma con la costante perseveranza nel sognare… sempre.
Il nostro Capitano, con i resti del suo famigerato equipaggio, vivacchia sulla sua nave in preda
ad una noia mortale.
Gli anni passano, gli acciacchi aumentano, con tutti gli effetti
collaterali del caso che poco si adattano a un feroce e spietato pirata, quale lui era.
I pirati, quelli veri, devono combattere, hanno bisogno di un nemico possibilmente da
sconfiggere, da depredare, da torturare, da uccidere.
Ma, in assoluto, il nemico per definizione… quel ragazzino impertinente, vestito di verde, che
portava in testa un cappellino a
cono da cui spuntava una rossa piuma… lui, che volava a fianco di una fatina, non c’è più!
In che modo questo sgangherato equipaggio riuscirà a dare un senso e un valore alla squallida
esistenza priva di un incerto domani?
| Daniele Ossola |