romanzo storico
romanzo storico
“La natura riposa immobile, come incantata. Pare quasi che lo scorrere del tempo si sia improvvisamente fermato. Tutto sembra immoto nel caldo e pastoso quadro crepuscolare di fine luglio: il lago, i canneti dietro l’Isolino, il bosco, Arona in controluce, il cielo ormai intaccato da dense striature rossastre, il sole ancora vivace, ma già ammorbidito. Gildo percepisce, camminando, tutto quell’armonico impasto di colori e l’idilliaca serenità che si effonde dalla natura. Il suo sguardo rimane puntato verso l’Isolino, ma la sua delicata sensibilità percepisce chiaramente, come altre volte aveva avuto il piacere di osservare, l’incanto di quella giornata che sta inesorabilmente veleggiando verso la foce del tramonto.”
È un romanzo onirico, ambientato nel 1983 in provincia di Varese tra Angera e
Gavirate, che descrive Ermenegildo Giacosa, il personaggio principale, un
trentacinquenne dalla giovinezza apparentemente tranquilla ma costellata da
amori inconcludenti o mai decollati.
Episodi legati a prestiti bancari e al
recupero del credito di clienti insolventi, lo portano ad una tale prostrazione
e delusione con il mondo intero tanto che in seguito ad una lauta cena sociale
il suo subconscio propone un sogno articolato e complesso.
Il sogno presenta
aspetti essenziali che hanno caratterizzato alcuni personaggi a lui vicini, nel
bene e nel male, in una sorta di nemesi storica o legge del contrappasso.
Ho impiegato circa un anno, tra ricerche storiche e stesura del testo ma, al di là della trama,
il focus è rivolto al ruolo delle donne che caratterizzano l’intreccio di queste vicende.
Donne apparentemente defilate, personaggi non principali che comunque condizionano le varie
situazioni. Come avevo scritto in un mio precedente romanzo “Le donne erano ombra dei loro
mariti, anche se questi si sentivano bene solo nella scia della loro ombra”.
La specificità dei luoghi, del contesto storico con tutti i riferimenti a streghe, Inquisizione,
le lotte tra il Ducato di Milano e la Serenissima dà quasi l’idea di un romanzo alla Ken
Follet.
Capisco che l’accostamento sia improprio, ma è solo per fornire una chiave di lettura…
| Daniele Ossola |