racconto distopico
racconto distopico
Estratto dal romanzo A taste of death
e
presente nella raccolta antologica “Storie a quattroruote” (Rudis Edizioni) a pag.185 –
SEGNALAZIONE DELLA GIURIA al Premio “SEVEN live 2024” di Roma e PREMIO DI ALTO MERITO al
Concorso “La via dei libri”.
“Hanno trovato Chico Gutierrez mezzo carbonizzato, dalla cintola
in giù, nella sua Oldsmobile Ninety-Eight a trazione posteriore schiantatasi
contro un Tir sulla IH 10 proveniente da Baton Rouge. Galoppa Comanche!”
Il dottor Achak Musselwhite è originario della tribù indiana dei Comanche,
una popolazione di nativi americani, stanziata in epoca storica nella
Comancheria. Oggi la Nazione Comanche conta circa 10.000 membri, circa la
metà abita nell'Oklahoma (principalmente a Lawton), l’altra metà in Texas,
California e Nuovo Messico.
La foschia lungo l’Interstate Highway 49 per Lafayette è appena superata. Le
grandi luci gialle illuminano per qualche secondo l’autostrada battuta da
una fitta pioggia che i tergicristalli, al massimo della velocità, riescono
a mala pena a spazzare.
È piacevole guidare quest’auto d’epoca, beige con la capote color nocciola,
anche se il russare asmatico del motore in fase di accelerazione iniziale la
fa assomigliare a un trattore Ford.
Chico se l’era guadagnata con lunghi e duri sacrifici.
Originario di Azua de Compostela, nella Repubblica Dominicana, era emigrato
in Spagna per poi farsi assumere, in qualità di stalliere, in un maneggio
vicino a Mansfield.
Dieci anni di duro lavoro che non gli avevano impedito di continuare a
suonare la chitarra apprezzando la musica, il rock di Bruce Springsteen.
Aveva poi scoperto che il Boss andava a cavallo non molto distante da dove
lavorava. Amava le sue canzoni, i testi così diversi dallo standard
dell’epoca. Una lunga fase di recupero, a livello maniacale per acquistare
tutte le cassette che era riuscito a individuare. Dopotutto, la sua vecchia
Oldsmobile poteva leggere solo cassette a nastro.
Nel mangianastri una cassetta del Boss, un vecchio pezzo, forse quello che
l’ha lanciato a livello internazionale “Born to run”, dove i testi hanno per
oggetto, come i precedenti due dischi, un’America difficile, dai toni amari,
e contraddistinta da una ribellione giovanile che tenta di mantenersi al
margine e contrastare l'effimero sogno americano.
Chico canta a squarciagola sovrapponendo la sua voce a quella che esce dalla
cassetta: “Baby this town rips the bones from your back. It’s a death trap,
it’s a suicide rap. We gotta get out while we’re young ‘cause tramps like
us, baby we were born to run...”.
(“Piccola, questa città ti strappa le ossa dalla schiena. È una trappola
mortale, è un invito al suicidio. Dobbiamo andarcene finché siamo ancora
giovani perché i vagabondi come noi, piccola, sono nati per correre …”)
Chico Gutierrez sorride. Di morire non ha alcuna intenzione nonostante le
avversità metereologiche e quella maledetta pioggia che non gli consente una
guida rilassata anche se sostenuta. Il Boss gli sta quasi imponendo di
pigiare sull’acceleratore.
In fondo le cose non gli vanno male. Ha appena ricevuto il suo primo
riconoscimento e anche se il premio “Huston Horse Association” non è
paragonabile a quelli che distribuiscono alla Farm Progress Show, la fiera
di Boone. È pur sempre un buon inizio per un esperto di cavalli da dressage
che vuol farsi conoscere.
Chico ha già sotto tiro un baio da presentare alla prossima fiera di
Abilene. Se non fosse per quella maledetta pioggia e per tutto quel traffico
pesante che infesta l’highway non avrebbe in realtà di che lamentarsi.
Davanti ci sono due Tir da superare. Chico ingrana la marcia inferiore,
mette la freccia e, dopo un diligente sguardo allo specchietto retrovisore,
si accinge all'ennesimo sorpasso. Il volume d’acqua sollevato dai pesanti
automezzi è incredibile e la sua vecchia Oldsmobile sembra metterci più del
necessario a completare il sorpasso.
Chico si solleva dallo schienale e porta la testa sul volante
quasi a
volersi far largo con lo sguardo oltre il parabrezza che, invaso dall'acqua,
non offre, per pochi interminabili secondi, alcuna vista del fondo stradale.
Un tuffo al cuore; un momento di panico; una sensazione d’impotenza; poi,
d'improvviso, i due Tir alle spalle.
“Maledetta pioggia.” Chico si distende nuovamente sullo schienale del
sedile, tira fuori una Philip Morris, la accende, aspira profondamente una
boccata; dà uno sguardo al contachilometri fermo sulle 90 miglia; guarda
l'ora: le 19.00.
La pioggia gli sembra diminuita ma è forse effetto della minore velocità; il
gracchiare della radio sintonizzata su un'improbabile stazione locale, forse
di Opelousas, inseritasi per la fine del nastro, ha l'effetto di un richiamo
alla realtà.
Si ritrova a pensare a voce alta: “Quasi quasi mi fermo a mangiare, chissà
che dopo non spiova”.
I cartelli che scorrono sulla destra della corsia indicano cinque miglia
all'uscita di Lafayette; poche miglia dopo c'è, al Breaux Bridge, un
ristorante che Chico conosce bene; una vecchia villa in stile coloniale dove
è già stato con Pepita.
Già, Pepita, è quasi un mese che non si sentono.
“Siamo troppo diversi.” Gli aveva detto l'ultima volta che si erano visti al
solito ristorante nel French Quarter di New Orleans.
“Non basta piacersi; tu hai la forza fisica, la passione per i cavalli, la
voglia di aria aperta negli immensi spazi lungo il Mississippi dove ti
diletti, per giornate intere, a pescare. Il mio pane quotidiano sono il DNA,
le cellule, i cromosomi con le mie giornate trascorse davanti ai computer in
laboratorio.”
Era finita. Eppure a lui sembrava che fossero molto più simili di quel che
sembrasse e forse soltanto un errato senso dell'orgoglio aveva separato le
loro strade. Comunque Chico cominciava ad assaporare l'ebbrezza del successo
in campo ippico.
Continua a piovere ma la strada la conosce bene.
Dopo la grande curva a destra incrocia un altro Tir, con i fari abbaglianti
accesi, sembra che gli piombi addosso.
Non ha tempo per riflettere. L’urto, violento e frontale, porta il cofano
della sua Oldsmobile a infilarsi sotto il muso del Tir. Peccato che aveva
stivato due tanniche di benzina da 50 galloni ciascuna. “Mi servono nel
ranch.” Aveva detto al distributore.
La Oldsmobile prende fuoco.
I danni tissutali legati alla pelle che sta bruciando e le ossa che si
stanno frantumando provocano in Chico un iniziale dolore acuto veicolato dai
nervi che lo sostengono. Le cellule nervose stanno trasmettendo un forte
segnale di dolore al suo cervello.
Questi neuroni sensibili al dolore, chiamati nocicettori, hanno la parte
centrale posizionate nella colonna vertebrale, e inviano proiezioni in ogni
parte del corpo in base allo stimolo che li induce a trasmettere un segnale
di dolore.
I termo recettori sono stimolati da temperature che vengono recepite
potenzialmente dannose per i tessuti, ossia il senso con il quale un
organismo percepisce la temperatura e i suoi cambiamenti. Questi recettori
sensoriali si attivano sopra i 30 °C per mandare segnali di calore al
sistema nervoso centrale, ma arrivati a 45°C cessano di funzionare. In
pratica, avvisano degli stimoli termici provenienti dalla periferia e Chico
stava bruciando.
I meccanorecettori appartengono invece alla famiglia dei recettori
sensoriale che rispondono alla pressione meccanica o alla distorsione in
grado di causare lesioni e Chico aveva le ossa in frantumi schiacciate
dall’avantreno del Tir.
Il mandriano non era in grado di analizzare la dinamica neuronica che lo
informava su come stava abbandonando questo mondo.
Il dottor Achak Musselwhite, l’introverso indiano della tribù dei Comanche
Kwahadie discendente di Casacca di Ferro (Pohebits-quasho), l’esperto in
traumi da incidenti stradali, chiamato dal medico legale, si fionda sul
luogo del fatto per le operazioni di rito.
Sono autore e commediografo, in cerca di contaminazioni culturali
Ho all'attivo la pubblicazione di decine tra romanzi, racconti e sceneggiature.
Oggi mi dedico a creare occasioni di scambio culturale col pubblico grazie alla realizzazione di
eventi, recital e presentazioni che coinvolgono attori, musicisti e artisti visivi a partire dalla mia
parola scritta.
I miei ultimi romanzi:
"Dubbi e tensioni di
un giovane investigatore" (Macchione, 2024)
"Identità in conflitto - Africa e dintorni"
(Placebook Publishing, 2023)